lunedì 16 maggio 2011

VIDRO E CRISTAL

Quanti sguardi spenti incastonati su volti di bipedi trasparenti. 
In questo oceano di vetro, provo sempre meraviglia per la rarità del Cristallo.
I dettagli sfuggono solo allo sguardo dell'osservatore sbadato,
l'ambigua somiglianza del vetro al Cristallo illude l'inesperto viaggiatore.
Accecati dalla pienezza del colore, non cogliamo le sfumature
abituati alla monotona totalità, non apprezziamo le raffinate minuzie.
L'affascinante trasparenza del Cristallo, umilia l'opacità enigmatica del vetro
è rumore quello che ottieni manipolando il vetro, è un canto quello che generi sfiorando il Cristallo.
Ma la sostanziale diversità è insidiosa, superficialmente impercettibile.
Solo grazie alla sua elastica duttilità il Cristallo può sopportare profonde incisioni può rivivere in forme sempre diverse, capire ed apprezzare l'unicità dei solchi che lo modellano.
Avvilito e malinconico il vetro non ha le capacità per accogliere le emozionanti incisioni regalate dall'esistenza, può solo essere graffiato in superficie. 
Graffi leggeri, lievi e inesistenti. Nel suo triste esistere rimane immutato, nella sua statica abitudine esegue gli ordini. Sentirsi Cristallo è la sua amara vittoria.

DIEGO

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