martedì 28 giugno 2011

"Diego stai sorpassando il limite!!" (cit. Mamma)

1) Principato di Monaco
2) Thèoules sur mer (Cannes - Côte d’Azur)
3) Bergeggi (Sv)
4) Bressanone (Bz)
5) Malcesine (Vr –Lago di Garda)
6) Novi di Modena (Mo)

No!!..non è la classifica delle mie località preferite. Sono sei paesi/città che ho attraversato nei miei ciclo-viaggi..

Ummmm e quindi?!??!?

Te lo spiego subito, questi luoghi sono rimasti impressi nella mia mente perché sono stati la “scenografia” dei miei cali energetici..in poche parole in ognuno di questi posti sono entrato in crisi per lo sforzo eccessivo, oppure come direbbe uno zarro “Non c’avevo più la sbatta di pedalare!!”.

Non so se ti è mai capitato, ma il calo energetico “regala” delle sensazioni abbastanza curiose.

Avendo lavorato per qualche anno in una azienda di carpenteria pesante, già dall’età di 17 anni ho imparato a convivere con, passami il termine, “l’andare oltre il limite”..era un lavoro molto duro, mi basta dirti che pur avendo fatto di ogni in questi anni, niente ha mai raggiunto l’esasperante e quotidiana fatica fisica provata ai tempi del Diego-saldatore.

Ma come ti dicevo nei miei ultimi ciclo-viaggi ho dovuto giocare nuovamente con il limite..era da un po’ che non mi capitava, anche perché generalmente nella quotidianità se si è stanchi ci si ferma, ma in viaggio non è sempre possibile o forse è proprio quello il bello.

Di solito, per quanto mi riguarda, il calo energetico o chiamiamolo pure il “sorpassare il limite” arriva dopo i 100km di viaggio..penso che il tutto sia aggravato dallo zaino che di solito non pesa meno di 8-9kg. 
Premettendo che in percentuale non è molto frequente che capiti, soprattutto se si riesce ad abbinare una alimentazione mirata e corretta..e altra cosa fondamentale, se si riesce a mantenere una lucidità mentale prolungata..solitamente tutto inizia con una stanchezza più marcata, che si trasforma lentamente in una difficoltà nella spinta e nell’erogazione di potenza sul pedale..le fasi successive comportano una compromissione nel comando dei movimenti del corpo. Le distanze sembrano infinite e anche se si cerca di entrare in endurance, si rischia di muoversi a singhiozzo spendendo energie utili.

I momenti peggiori sono quelli nei quali si avverte una lentezza decisionale a livello cerebrale e un rallentamento dei riflessi…sembra di entrare in uno stato confusionale, ogni parte del corpo grida “Fermati!!!..basta!!!"..molto complicato è opporsi al volere del corpo.
La mia breve esperienza mi ha insegnato che a parte l’alimentazione (fondamentale), il lavoro più difficoltoso è quello mentale..ho lavorato molto negli ultimi anni su di me, l’introspezione e il controllo della mente..è molto difficile e richiede fatica, ma l’auto motivazione rimane una delle poche soluzioni per uscire da una crisi energetica e non solo. La capacità di controllare la lucidità mentale mentre si entra in una zona offlimits, mi ha permesso di portare a termine le mie micro avventure. Mi ha permesso di non arrendermi davanti alle difficoltà e conoscere sempre di più i miei limiti.

Vi racconto un po’ di aneddoti:  

I primi cali energetici in bici, si sono presentati per ben due volte nel ciclo-viaggio in Francia..quando io e il mio fedele compagno ci siamo sparati tutta la Costa Azzurra. 
Il primo mentre raggiungevamo Monaco dopo aver passato in bici la frontiera alle quattro di mattina, squadrati dagli sguardi perplessi della polizia francese..il secondo invece nelle vicinanze di Cannes, talmente potente da farci rimanere in uno stato di silenzio permanente per circa 15 minuti, ovviamente seduti per terra in un’area di sosta a bordo strada.

Superare il terzo invece è stata una bella sfida, più che altro perché ero da solo. Era il ciclo-viaggio in solitaria da San Remo a Genova in un giorno, arrivato nei pressi di Savona..CRISI!!!...superata alla grande grazie ad un po’ di meditazione in spiaggia e ad un’insalatissima Rio Mare.

Le ultime tre invece si sono verificate nell’ultima avventura Brennero-Modena in 3 giorni, oltre 350km..la prima a Bressanone dovuta ai postumi di una notte in bianco passata a Verona seduti davanti all’arena aspettando la coincidenza del lurido treno regionale…ti dico solo che arrivati a Bressanone faticavo a finire le frasi. La seconda giunti sul Lago di Garda, la meta della giornata era Peschiera del Garda..giunti a Malcesine, non avrei scommesso neanche un centesimo sulla buona riuscita dell’impresa, il vento sul lago era talmente forte da costringerci a pedalare anche in discesa..la media era calata a picco e Riccardo era in uno stato di semi-incoscienza. Per fortuna un pranzo studiato nei minimi dettagli e il mio solito ruolo da motivatore hanno riportato in vita Riccardino, che ha sfoderato a fine giornata una potenza spavalda. Il terzo calo si è presentato quasi a fine viaggio, a Novi di Modena nei pressi di Carpi…è stato curioso perché a differenza delle altre volte è stato molto più prolungato, ci prendeva per il culo…ci sentivamo due leoni e poi dopo 10km eccoci di nuovo in crisi…ma giunti alla periferia di Modena ho preparato la mia super bomba (no, non posso rivelarti il segreto)…beh, dopo 130km ci siamo fatti anche il tour di  Mòdna”. Un tour SINGOLARE e mi fermo qua.

Beh..qualcuno potrebbe anche dire “Certo se ti fai 350 km in 3 giorni con 9kg sulle spalle e una bici da corsa dei primi anni ’80…te se un po’ un pirla!?!?”..ma io un pochino MIKONOSco, ed ho il “brutto” vizio di rendere unica ogni esperienza, diversificando..passando da un estremo all’altro. Penso che solo così si possa creare e costruire una capacità camaleontica di adattamento applicabile a qualsiasi contesto. Mettere alla prova se stessi è fondamentale.

E voi Blogorroici vi siete mai messi alla prova!??!?

E il limite??..l’avete sorpassato qualche volta?!?!

  





mercoledì 15 giugno 2011

Io linko, Tu linki, Egli linka, Noi linkiamo....

Dopo dieci giorni di pioggia, sembra esserci una tregua. Nel cielo c’è ancora qualche nuvola, ma ricordando gli insegnamenti meteorologici di mio nonno non dovrebbe piovere.

Sono al pc. Osservo silenzioso il mutare ibrido e rapido di facebook...si aggiorna di continuo, tutti hanno qualcosa da dire. Tutti non dicono niente.

Ascolto alcune canzoni di Adele, è una delle mie ultime scoperte. Bellissima voce, decadente e deprimente quanto basta.. un po’ meno del caro vecchio amico James Blunt…sono le 21.30 e il trascorrere del tempo passato ad osservare la cascata infinita di post inutili, mi toglie ossigeno.

Basta!!!....spengo tutto.

Prendo il mio zaino e l’Ipod , scendo in soggiorno e trovo mia mamma che guarda la tv..ogni volta che mi vede con uno zaino salta in piedi in un secondo, ha sempre il timore (giustificato) che mi sia venuto lo schizzo di partire per chissà dove. Non posso darle torto è già successo più di una volta, posso migliorare ma l’indole rimarrà sempre quella del cane sciolto solitario.
Mi chiede “Dove vai con lo zaino??”…le rispondo “Vado a prendere la bici nel magazzino e torno!!...tra dieci minuti sono di nuovo a casa”. Esco e mi avvio a piedi verso il magazzino…l’asfalto è ancora un po’ bagnato ma finalmente non cade più acqua dal cielo, del resto siamo anche a metà giugno.

Arrivo al magazzino, è tutto buio…a fatica apro le 15.000 serrature ed altrettanti lucchetti. La Rossin è lì che mi aspetta, le dico che stasera la porterò a vedere uno skate park…e poi dritti a casa!!...Già.

Si dai…decido di fare un salto allo skate park, almeno vedo se il terreno è adatto per pattinare...si, perché qualche giorno fà mi sono arrivati i pattini nuovi, direttamente “dar pincio de Roma”…una bomba, ma questa è un’altra storia.

Inizio a pedalare, ci sarà un’umidità del 99,9%...c’è la nebbia a giugno…bah!!!

Mi isolo dal mondo anche grazie alle mie nuove cuffie ancora più ermetiche e penetranti delle vecchie sony, praticamente queste sono saldate al timpano..la playlist è la stessa, identica a quella che ascoltavo a casa...eppure ora è tutto vivo, tutto comunica.

Mentre raggiungo lo skate park cantando come un dannato, ogni 200metri dai campi che costeggiano il rio naviglio compare una lepre o coniglio (non saprei)..impauriti corrono velocissimi. Entro in modalità gara Diego vs Lepreniglio (chiamiamola così, un mix)..su tre “gare” improvvise e inaspettate ne perdo due su tre. Incredibile, da non crederci..ma sto ancora aspettando l’anti doping.
Giunto allo skate park o “parco per tavole da pattinaggio” all’italiana…mi rendo conto che non è tutto sto granchè, pensavo meglio!!...anzi, diciamo che forse per i miei pattini non è adatto...l’urban darà più soddisfazioni e più cadute.

Beh…cosa fare??...tornare a casa???...bahhh.

Dai su…gambette di sedano!!!..decido di arrivare a Milano con la promessa di un ritorno in metro.
NO. Non andrà a finire così, la serata si concluderà a notte fonda e le gambette di sedano si faranno 50km (andata-ritorno e tour della city), più una gara in Buenos Aires con dei pivelli su delle scatto fisso.

È stata una serata diversa dalle altre, non avevo una meta o uno scopo..ho deciso di farmi guidare dalla musica, “Rolling in the deep” – San Babila....”Rumor has sit”- Brera....”Set fire to the rain”- Corso Como....”Turning Tabels”- Sempione...e tante tante altre, ogni genere conduce in luoghi opposti.

Ogni tanto mi sono fermato ad osservare il caotico passaggio di persone..sono i miei post di facebook viventi, la differenza è che queste comunicano molto più di quanto loro credano. Felicità, tristezza, solitudine, insoddisfazione, reclusione...ogni loro movimento, espressione o tono di voce racconta di loro ed è la chiave di accesso alle stanze oscure che con ardore cercano inutilmente di nascondere.
Certe capacità non si possono studiare o migliorare, (con questo corso migliorerete la vostra empatia)…sono innate… e purtroppo capaci di procurare molta più sofferenza di quanto si pensi.

Ripenso ad alcuni post di facebook e sorrido, anche quelli secondo me sono delle chiavi di accesso..”Quelli che…”...”Per tutti quelli che…” ovviamente tutti pronti a partire, viaggiare, fotografare, costruire, dipingere, amare, spaccare, credere nei sogni…tutti super uomini, tutti sensibili, profondi, amanti di ogni forma d’arte, tutti perfetti dietro alla cyber maschera.

Guerrieri senza il timore di sporcarsi di vita.

Ne ricordo uno molto simpatico, “Da quando c’è Pisapia a Milano piove”…mi chiedo cosa possa cambiare a te, che anche quando non piove sei su facebook a creare ed enfatizzare ciò che non sei e ciò che non sarai mai o se ti va meglio in un locale al chiuso + foto mojito. (Boh?)

domenica 5 giugno 2011

La sterzata...

Ore 21.20 di Sabato 4 Giugno. 

Una sera come tante altre..obiettivo della serata è un’ignorantissima festa di paese (balli scozzesi e birra), forse anche carina se non fosse per i gigazarri “ohhh sfigato dammi la bbbirrra!!...cazzo guardi ohh, c’ho un sub in macchina che spakka!!”..consapevoli di ciò, siamo partiti muniti di macchine fotografiche per immortalare queste rare creature.


Ad un certo punto, “qualcuno” pronuncia una frase che a Diego provoca sempre lo stesso effetto!!!...


”Oggi sarebbe stato bello andare al mare, forse lì il tempo è bello?!?”..Bene, non so quale meccanismo si è scatenato e ogni volta si scatena nella mia testolina, ma dalla mia (tra l’altro) incantevole bocca è uscito un: “Dai andiamo in Liguria!?!?”..”Andiamo in Liguria??”...”Ok, andiamo in Liguria!!!!!!”.

Sterzata in rotatoria e cambio di direzione…il muso della macchina non guarda più le nere nuvole bergamasche, ma ora sente già le onde liguri!!!

Decido di passare a prendere l’altra macchina, la scusa è “Perché è più grande!!”..Riccardo come sempre traduce in simultanea quelle parole e in qualche secondo capisce che in Liguria arriveremo in poco tempo.

Pronti..via
si sfreccia direzione...ummmmm...dove andiamo???...optiamo per Celle Ligure, un buon compromesso. “Qualcuno” già parla di focaccia..dentro l’abitacolo si passa da discorsi felici a momenti di totale decadenza, in tutto questo Riccardo come un settantenne alza l’aria condizionata perché “Mi prende la gola!!!”..povero, ha una tracheite in corso!!!

Mettiamola così, in un tempo relativamente basso (che forse sarà meglio esplicitato dai rilevamenti del tutor) arriviamo al Celle…

Corriamo subito a mettere i piedi in acqua, non sarebbe male fare il bagno ma non abbiamo il costume. Potremmo farlo nudi, ma anche se è il compleanno di Bianca non mi sembra corretto donarle un “regalo così grande”. E poi boh..mi toccherebbe camminare sulle acque e stasera non ho voglia!!!

Durante la nottata tentiamo di mangiare un pezzo di focaccia, ma l’impresa fallisce miseramente e quindi ci accontentiamo di una lurida Crêpe alla “nutella”. Il suono delle onde, il profumo di mare non delude mai..anche se per poco, è in grado di rigenerare.

Mentre torniamo, stranamente si parla di sogni e futuro..
Una serata può cambiare se si trova la voglia di credere in un cambiamento di stato, forse anche nella vita basta credere in ciò che sembra assurdo, in un’idea, un progetto.
Forse semplicemente basta trovare la forza di sterzare e cambiare direzione al momento giusto.

Come ho già detto inutilmente a qualcuno, siamo noi che stringiamo il timone della nostra esistenza..basterebbe credere nel buio e aver la sensibilità di sentire un nuovo vento per deviare la rotta verso nuovi orizzonti.

Le acque sconosciute a me non fanno paura.

martedì 31 maggio 2011

La più grande Fandonia

Qualche mese fa, ripercorrendo questi 23 anni di esistenza e osservando perplesso la follia intorno a me, mi sono posto una domanda.

Come può riuscire una persona a sopportare ed “accettare” una situazione di evidente disagio e malessere per lunghi periodi…giorni, mesi o addirittura anni?

La risposta forse l’ho trovata leggendo un libro (consigliato dalla mia psico-sorella), intitolato “Menzogna Autoinganno Illusione” di Daniel Goleman.
Goleman è uno psicologo statunitense specializzato ad Harvard, la sua opera più nota è “L’intelligenza emotiva” nella quale spiega l’influenza che l’empatia, la conoscenza di se stessi e la persistenza hanno sul Q.I. (Quoziente D’Intelligenza).

Il libro analizza un aspetto della personalità (come tanti del resto) ancora poco conosciuto, si focalizza sulla tendenza ad ingannare se stessi e gli altri sui problemi e le contrarietà della vita. Goleman intraprende un “viaggio analitico” attraverso i territori sconosciuti della mente umana, scovando le zone oscure o come le chiama lui le “zone d’ombra..nelle quali l’individuo relega, dimenticandosene immediatamente, le sensazioni spiacevoli, i ricordi dolorosi e qualunque considerazione negativa che riguardi se stesso, coloro che ama e il mondo generale.


Il libro è strutturato molto bene, nella prima parte spiega il legame tra dolore e attenzione (quindi di come il corpo reagisca agli stimoli dolorosi abbassando il livello di attenzione), il ruolo delle endorfine e il funzionamento dello stress. La seconda parte è dedicata alla Memoria, invece la terza e la quarta parlano di Sé e nevrosi. Ma uno dei capitoli più interessanti è il quinto.
Il quinto capitolo è dedicato al ruolo e l’influenza che la famiglia esercita su un individuo (figlio/a). In verità il potere a volte distruttivo della famiglia compare molto spesso nel libro, la forza manipolatrice ed i macabri risultati che riesce ad ottenere data la sua posizione favorevole, sono inquietanti. È stata una grande soddisfazione leggere e ritrovarmi in alcune teorie di Goleman, soprattutto perché qualche mese prima di comprare il libro avevo scritto una delle mie tante turbe mentali, che parlava proprio di questo argomento:
FERREIROS
Seppur consci delle vostre imprecise e acerbe martellate,
la foga di suturare le insoddisfazioni fallimentari insite in voi, non vi dissuade.
Come tanti piccoli Efesto forgiate il rovente neonato metallo.
Malleabile e impotente si deforma ad ogni violento colpo inferto
quel metallico aborto informe, ai vostri disturbati e biechi occhi appare una spada affilata.
Fieri esibite con superbia la vostra creazione,
scalcinata ristrutturazione di un decadente vissuto.
Voi padroni di tutto, infossati nella convinzione che il metallo non possa soffrire incalliti continuate la vostra opera.
Ma l'incessante odore di sangue presente nell'aria, mi convince del contrario.
Quelli che voi adorate chiamare Figli, alla mia vista figurano come Mostri in eterno conflitto.

DIEGO


Parole che forse alcuni di voi avranno già letto e forse qualcuno capito. (?)

Questo libro mi ha aiutato a capire qualcosa di più sulle motivazioni che spingono una persona a vincere la sofferenza, non combattendola!!.. ma attenuandola attraverso meccanismi complessi ed apparentemente assurdi. Ogni trauma psichico viene gestito dalla nostra “macchina perfetta” come una comune ferita, per mantenere un equilibrio, per sopravvivere l’unica soluzione è abbassare il dolore..soffocarlo in un angolo, oscurarlo alla nostra mente.


“Nella tua profonda e  forse insensata curiosità di dare una risposta a tutte quelle cose che solitamente diamo per scontate, inizia dalla più importante e vitale.
E non dimenticarti che la più grande FANDONIA è l’autoinganno.”


Ah, se avete tempo leggetelo..magari vi illumina!!...già, magari!!

venerdì 27 maggio 2011

La mia prima Massa Critica

Ieri sera, come ogni giovedì sera si è svolta la “Critical Mass”.

Che cos’è una Critical Mass??????...Ve lo spiego subito!!!!

La Massa Critica (spesso chiamata col termine inglese Critical Mass) è un raduno di biciclette che, sfruttando la forza del numero(massa), invadono le strade normalmente usate dal traffico automobilistico. Se la massa è sufficiente (ovvero critica), il traffico non ciclistico viene bloccato anche su strade di grande comunicazione, come viali a più corsie
La “Critical Mass” è semplicemente un gruppo di persone che decide di pedalare per la città nella stessa direzione, se ci sono abbastanza ciclisti, pattinatori, corridori, etc... il gruppo diventa "Massa Critica", una massa che può ri-prendere possesso di una strada e potersi muovere in sicurezza. Il fenomeno si è sviluppato in molte grandi città , a partire da San Francisco dove nel 1992 si svolse la prima “Critical Mass”.

Per quanto riguarda la città di Milano, il ritrovo è ogni giovedì in Piazza dei Mercanti alle 22 con partenza 22.30. Il percorso cambia ogni volta, ma solitamente non supera le due ore.

In settimana io e il mio fedele
amichetto Riccardo abbiamo deciso di partecipare alla nostra prima “Massa Critica”, era da tempo che ne sentivamo parlare o a volte per caso ci capitava di  incrociarla in centro…quindi ieri sera sfrecciando come due dannati sulle rive del Rio Naviglio ci siamo fiondati in perfetto orario al ritrovo.



Giunti in Piazza Dei Mercanti leggermente sudati, ci siamo subito stupiti della grande affluenza..la piazza era completamente invasa da sciami di biciclette di ogni tipo, un groviglio inestricabile di city bike, fixed gear, bmx , biclette a due piani, grazielle, tandem,mountain bike. Non mancavano anche ragazzi con pattini inline o con i classici a rotelle, altri invece con longboard e skateboard.

Pedalando tra la folla, ci siamo divertiti a trovare tutte le stranezze creative di alcuni partecipanti…un signore aveva un trombone montato sul manubrio di una graziella e lo suonava con un tubo dell’acqua, inutile dire che megafoni, fischietti, trombe, trombette, vuvuzela and company si sprecavano. In mezzo a quel caos di bici ho trovato anche un ragazzo con una Rossin bianca…abbiamo parlato un po’ e tra le tante info mi ha raccontato la storia della marca Rossin. Una storia che mi permetterà di tirarmela il doppio di quello che normalmente già faccio!!!...(Riccardo… lo so è una storia difficile da accettare!!)

Ore 22.38 con un po’ di ritardo...SI PARTE!!!!!!

FANTASTICO...una massa di cicli che invade la strada fermando tutto e tutti!!!...stasera comandiamo noi ragazzi. Come un grande fiume cigolante ci dirigiamo verso Piazza Castello, poi verso Cadorna e ancora verso Conciliazione…semaforo rosso, giallo o verde non importa…si passa!!...io e Riccardo ogni tanto ci giriamo per quantificare i partecipanti, siamo tantissimi forse più di 400. Ogni tanto ci si ferma agli incroci o in rotatoria per creare il massimo disagio, gli automobilisti sono allibiti..qualcuno protesta, ma poi scappa in macchina.

Quattrocento ciclisti fanno paura!!!

Il giro prosegue fino a Viale Certosa..ognuno si muove come meglio crede, le famigliole e gli anziani con un moto lento, gli skater saltano su e giù dai marciapiedi, i ragazzi in bmx ogni tanto fanno spettacolari trick..così, con una naturalezza impressionante…mentre noi con le bici da corsa, beh siamo due fulmini!!!!

Pedalando in contromano riusciamo a creare un disagio impressionante, tutto si blocca e più gli automobilisti si lamentano più alimentano in noi la voglia di manifestare…alcuni tentano addirittura di investirci. Incredibile.
In questo clima di festa si riesce a fare amicizia con una facilità impressionante, si è immersi in una varietà di persone molto difficile da trovare quotidianamente. Tra fischi, trombette e musica il tempo passa velocissimo…ci ritroviamo di nuovo in zona Cairoli.

Sono già passate due ore e molti ciclo-manifestanti si sono staccati lungo il percorso…prima di tornare in Piazza dei Mercanti ci fermiamo per un ultimo grande blocco. Poi gli ultimi temerari, raggiungono i porticati del Palazzo della Ragione per un buffet notturno per festeggiare la buona riuscita della Critical.
Durante il percorso in mezzo alla massa abbiamo incontrato anche dei ragazzi di Bussero…decidiamo di tornare a casa insieme!!...altri 22 km..no problem, come dice Riccardo “Tanto ora siamo caldi!!”.

La velocità del ritorno è abbastanza sostenuta (dovuta forse anche dall’arrivo di un mega temporale)...lungo il martesana incontriamo per caso un altro compaesano di ritorno dal lavoro, tra una cazzata e l’altra arriviamo nel nostro paesello dove sorprendiamo “il” Dani scendere dalla sua super punto Igp decaux!!!...ok, capisco che andrà per le lunghe!!!

Torniamo per le 3.10.

Serata molto molto divertente, sicuramente da ripetere…la prossima volta però devo munirmi di fischietto!!!!




lunedì 23 maggio 2011

La tua anima è cieca



Le mie parole profumavano di magnolia,
e la tua anima attenta fiutava una neonata fragranza di vita.
Le mie parole squarciavano indolenti le tue fasulle certezze,
e la tua anima in silenzio ascoltava.  
Rapiva, intrappolava quelle sillabe così preziose.
Le mie parole erano sale sulle tue tormentate ferite,
e la tua anima nuovamente tornava ad assaporare il gusto amaro dello smarrimento.
Le mie parole erano la chiave, 
la mano tesa che ti rialza dopo una brutta caduta…
e la tua anima in cerca di aiuto ha tentato di afferrarla. Stringerla.
Ha sfiorato per un attimo l’oscurità.
Le mie parole raccontavano il mio essere, la profonda visione del mio mondo.
Un mondo che tante volte ti ho indicato,
un mondo che la tua anima cieca non potrà mai capire.

DIEGO



sabato 21 maggio 2011

Solitario nella notte va...

Salgo sul vagone della profumata e linda MM2, la Green Line. Quel rivolo di binari che raggiunge la “meravigliosa” Bussero. Sono le 22.08, ho perso la metro per due minuti e sono già abbastanza incazzato..mi siedo sul sedile in plastica blu scolorito. L’odore rimasto dal pomeriggio di ascella e piedi è una delizia per pochi eletti.

La “diligenza” parte con i suoi soliti delicati rumori. Mi metto a controllare il cambio della bici, con la speranza che stasera il giretto in centro possa distrarmi dai soliti pensieri. Incastrate nel cambio trovo delle microscopiche spighe di grano, mi chiedo come possano esserci finite..poi ripenso a Modena!!..(Riccardino tu ne sai qualcosa!?!?).
Dopo un pò alzo la testa e ho la sensazione di trovarmi su un treno direzione: cima del Machu Picchu..sono circondato da Peruviani..stupendo!!!..peccato che l’illusione duri solo per qualche secondo, guardo fuori dal finestrino ed eccolo lì...il putrido naviglio martesana.

Il viaggio prosegue sempre con le solite difficoltà. La bici in metro all’italiano medio non va giù, la visione aberrante di una bicicletta in un vagone è “giustamente” insopportabile. Ma io ho pagato anche per la Rossin e quindi me ne strafotto.
A Porta Venezia sale un ragazzo con un trolley e un microfono in mano, sul trolley c’è attaccata con lo scotch marrone da pacchi una cassa. Il simpaticone si posiziona in centro e si prepara per la sua esibizione…le porte si chiudono e la musica parte. La base è “Sei un mito” degli 883, lo guardo con compassione mentre cantando  si struscia contro i pali simulando una lap dance. Ogni tanto grida “Votate Pisapia!!!” e qualche zarro di turno comincia a riprenderlo con il cellulare. Comincio ad avere il dubbio che non sarà una seratina semplice, giunto a San Babila scendo. Lui imperterrito continua a cantare ammiccando a delle ragazze inglesi che nel frattempo si scolano una bottiglia di vino rosso a testa.

Prendo in spalla la bici e inizio a salire le scale, al secondo gradino mi fermano tre ragazzi. Uno dei tre è iper esaltato, cerca di comunicarmi qualcosa ma non lo capisco..prende il cellulare e sembra che voglia riprendermi mentre salgo le scale. Continua a farfugliare qualcosa in modo molto gaio, estremamente gaio e fastidioso. Bene, mi girano le madonne e gli dico che non voglio essere ripreso..lui dice di volermi fotografare i piedi. I suoi amici lo difendono, dicendo che non sta facendo niente di male. Boh!!...mando tutti e tre a cagare, salgo le scale e riemergo in San Babila. 
A parte qualche intoppo la serata è bella, fa caldo e c’è un sacco di gente. Mentre mi avvicino a piazza Duomo schivando i bengalesi che lanciano in aria quei cazzo di led blu, mi rendo conto che effettivamente la gente è un po’ troppa..ah ecco perché!!!!...c’è un concerto legato alle elezioni del PD. Mi fermo un po’ ad ascoltare, sul palco c’è Roberto Vecchioni che canta la canzone con la quale a vinto il festival di Sanremo..sono circondato da coppie che si abbracciano e limonano, ummmmm meglio spostarsi verso piazza Castello. Mi lacrima un occhio per l’allergia, che fastidio..passo in mezzo alla folla, forse qualcuno pensa che io stia piangendo per la canzone..in realtà è tre ore che continuo come un cretino a strofinarlo.

Via dei mercanti e via Dante sono molto più vivibili, sfreccio sfiorando le classiche tristi coppie improbabili..sembrano delle caricature!!
I loro volti assomigliano ad un urlo soffocato, il dolore consapevole provocato dall’usura reciproca dei loro corpi, in viaggio verso l’unica destinazione possibile: la corrosione valoriale.

Mentre pedalo beato decido di passare accanto ai tavoli esterni dei bar di via Dante, mi diverto troppo a vedere i turisti e non, che mangiano piatti idealizzati come ITALIANI D.O.C..ogni volta mi guardano tutti fieri ed io invece replico con una faccia perplessa, mettendo in dubbio il loro piatto. È come pugnalarli alla schiena.
Bene.. mi avvicino al bar Majestic, non faccio neanche in tempo ad affiancarmi che mi ferma un ragazzo con in mano una tovaglia…vuole sapere se sono disposto a vendere la mia bici. Lui è il proprietario del bar, avrà 28 anni. Mentre mi parla gli guardo i capelli, sono unti da far schifo...gli spiego che la mia non è in vendita ma ho altre bici, certo..il prezzo è abbastanza impegnativo, lui pur di non sfigurare dice che non ha problemi. Lo saluto e mentre mi dirigo verso la Scala penso a come caspita fai a servire ai tavoli con dei capelli così unti. (il ragazzo/proprietario del bar Majestic pur avendo il mio numero non mi chiamerà mai più!!...ma ovviamente lui non aveva problemi, sia chiaro).

Passo sotto la galleria, il pavimento liscio è uno spettacolo e le Vittoria Pro Zaffiro tengono da Dio (ora ho messo le Rubino, ma non ditelo in giro)...faccio lo slalom tra alcune cinesine, loro sono in fila per girare sulle palle del povero toro.
Sbuco di nuovo in piazza Duomo. Il concerto è finito e la folla si accalca verso le entrate della metropolitana, vorrei rimanere ancora un po’ ma improvvisamente inizia a piovere, smadonno per qualche minuto..PERBACCO un bel temporale era proprio quello che ci voleva!!!..yuppi!!
Come un lampo raggiungo la metro!!!...cioè, rischiando la morte 5 o 6 volte arrivo a stento alle scale della metropolitana. La stazione è piena di persone, capisco che infilarmi in un vagone con la bici sarà un’impresa ardua.
Prima di timbrare i biglietti  mi soffermo a guardare un bengalese che miracolosamente vende ombrelli e mantelline, ma CAZZO!!!..come faceva a prevedere che in una serena sera di fine primavera potesse esserci un temporale?!?!...dove caspiterina li teneva gli ombrelli se fino ad un secondo prima vendeva accendini giganti e megafoni?!?!...perché non va a fare le previsioni al posto di Giuliacci?!?!...Mistero.

I vagoni sono strapieni, impreco ad ogni metro che passa..alla fine mi rassegno e aspetto. Dopo quasi 20 minuti riesco a fiondarmi in un vagone semivuoto.
Appena entro mi accorgo che non sono il solo con la bici, c’è un uomo sulla quarantina con una bicicletta tutta sgangherata. Cominciamo a parlare, forse perché implicati nella stessa situazione...mi accorgo subito che lui è un po’ strano. Si chiama Daniele ed è come la sua bici..un po’ sgangherato, continua in modo super logorroico a parlare delle elezioni e di politica. Continua..continua e continua, io dico sempre “Si si è vero!!”.
Ogni tanto metto in standby il cervello..ad un certo punto però mi riprendo, su una frase in particolare: “Speriamo arrivino presto!!..i miei amici alieni”.
Eeehhh!?!?...rimango basito ma faccio finta di dargli corda, quindi replico con un “Tu credi che arriveranno presto gli alieni?!?!”..Daniele con uno sguardo da psicopatico mi risponde “Certo!!..io ogni mattina da quando sono piccolo mi metto davanti allo specchio e dico: Padre onnipotente fai che arrivino presto..invece la sera dico: Padre onnipotente fammi venire gli occhi blu e i capelli biondi!!”. A questo punto inizio a preoccuparmi leggermente della situazione e mi chiedo “Ma tutti io porca puttana!?!?!”..Daniele invece mi “rassicura” dicendomi che è assistito dai servizi sociali e che rischia due anni di galera (non so per quale motivo), poi continua dicendomi che da giovane è stato cacciato dal Leoncavallo (quindi una personcina tranquilla). Molto bene..gli chiedo a quale fermata scende, lui mi dice che abita a Crescenzago. Ottimo, mancano due fermate!!!...lui mi chiede se può lasciami il suo numero di cellulare e se faccio un viaggio di chiamarlo..anzi mi propone di andare con lui in Sardegna precisamente all’isola di San Pietro. Ummmmmm....già!!..faccio finta di memorizzare il suo numero e lo saluto.  
Daniele prima di scendere cerca di stringermi la mano, io con un’abile mossa evito quella protuberanza con le unghie che lui mi porge..non per qualcosa ma mentre parlava, ho analizzato per bene il suo corpicino scalcinato e dall’analisi le mani sono risultate abbastanza schifose.
A fatica Daniele scende dalla metro, all’ultimo mi dice ancora qualcosa ma non lo cago. BASTA!!

Il viaggio di ritorno prosegue tormentato fino a Gobba grazie a tre egiziani che insistentemente vogliono comprare la mia bici, gli dico che costa 1.000.000 di euro..niente, loro continuano in modo fastidioso. Altamente fastidioso. Esageratamente fastidioso. Mi parte l’embolo..lasciamo perdere i dettagli.

Arrivo a Bussero all’01.20

Che bella serata!!!...la prossima volta mi sa che vado alla bocciofila a giocare con il circolo anziani di Cernusco.




lunedì 16 maggio 2011

L'INUTILE BATTAGLIA

Ora che anche l'ultimo fine granello della tua clessidra ha perso l'inutile battaglia contro la gravità,
il fumo generato per occultare l'esercito delle problematiche asperità non tarderà a dissolversi.
L'apertura del nero sipario paleserà puntuale la realtà,
l'esercito che vive nel freddo grigio non annega le ferite archiviandole nel buio.
Il gelo con il quale ami vestirti, con rapida lentezza ibernerà le profondità del tuo essere.
Scaldati regalandoti nuovo calore. 

Ricordati, l'inesorabile soluzione alla necrosi è l'amputazione. 


DIEGO

FERREIROS

Seppur consci delle vostre imprecise e acerbe martellate, 
la foga di suturare le insoddisfazioni fallimentari insite in voi, non vi dissuade.
Come tanti piccoli Efesto forgiate il rovente neonato metallo. 
Malleabile e impotente si deforma ad ogni violento colpo inferto
quel metallico aborto informe, ai vostri disturbati e biechi occhi appare una spada affilata.
Fieri esibite con superbia la vostra creazione, 
scalcinata ristrutturazione di un decadente vissuto.
Voi padroni di tutto, infossati nella convinzione che il metallo non possa soffrire incalliti continuate la vostra opera. 

Ma l'incessante odore di sangue presente nell'aria, mi convince del contrario.
Quelli che voi adorate chiamare Figli, alla mia vista figurano come Mostri in eterno conflitto.


DIEGO

SEMENZA INESATTA

Fogli colmi di faticosi e laboriosi sposalizi tra parole mi circondano ormai ovunque. 
Il tempo schiacciato dall'esigenza non conta più nulla e la notte seppur buia, illumina le tortuose strade della ragione. 

L'incontrollabile istintiva scintilla incurante del galateo mi importuna sempre nell'istante meno idoneo.
Brincando com as palavras posso battezzare una stagnante pozzanghera rigenerando il suo aspro nome in fasullo abisso, ma il fallimento intrinseco ad essa non muterebbe. 

Vorrei strappare tutta questa carta sporca di lettere sbilenche, ma ad oggi rimane il miglior concime per un campo seminato recidivamente con la semenza inesatta.


DIEGO

VIDRO E CRISTAL

Quanti sguardi spenti incastonati su volti di bipedi trasparenti. 
In questo oceano di vetro, provo sempre meraviglia per la rarità del Cristallo.
I dettagli sfuggono solo allo sguardo dell'osservatore sbadato,
l'ambigua somiglianza del vetro al Cristallo illude l'inesperto viaggiatore.
Accecati dalla pienezza del colore, non cogliamo le sfumature
abituati alla monotona totalità, non apprezziamo le raffinate minuzie.
L'affascinante trasparenza del Cristallo, umilia l'opacità enigmatica del vetro
è rumore quello che ottieni manipolando il vetro, è un canto quello che generi sfiorando il Cristallo.
Ma la sostanziale diversità è insidiosa, superficialmente impercettibile.
Solo grazie alla sua elastica duttilità il Cristallo può sopportare profonde incisioni può rivivere in forme sempre diverse, capire ed apprezzare l'unicità dei solchi che lo modellano.
Avvilito e malinconico il vetro non ha le capacità per accogliere le emozionanti incisioni regalate dall'esistenza, può solo essere graffiato in superficie. 
Graffi leggeri, lievi e inesistenti. Nel suo triste esistere rimane immutato, nella sua statica abitudine esegue gli ordini. Sentirsi Cristallo è la sua amara vittoria.

DIEGO

L'UMANO GIOCO DEGLI INCASTRI

Smussando due angoli di un quadrato, si riesce a fatica ad ottenere un triangolo. 
Ma un quadrato mutilato, non si sentirà mai un vero triangolo. 
Nell'umano gioco degli incastri, commetto sempre il solito errore!
È imbarazzante la precisione con la quale ogni forma combaci perfettamente con il suo passante, non esiste attrito. 
Si sfiorano con delicata complicità.
È terrificante, invece, quando il risultato di una metamorfosi malata e indotta cerca a fatica di percorrere con disinvoltura l'errato passante. 
Il suono malvagio della resistenza tra i due corpi, svela la cruda realtà. 
Sono tanti i passanti e le forme del mio gioco ma esagerata è la moltitudine degli spigoli che compongono la mia forma. 
Plasmando il nulla, si ottengono solo folli attori. 


DIEGO

SCACCO REGALE

Inerte materia umana, 
ilare proiezione distorta della tua favella.
Commediante calamita attrai gravitazionalmente i beffardi ghigni,
appagandoti della fetida finzione 
atmosfera asfissiante del tuo meschino pianeta. 
Frustrato sguattero del tuo personaggio,
in qualsiasi luogo tu possa scappare 
l'iperventilazione del tuo respiro froderà il concepimento di qualunque essenza emotiva.
Considero chi vive indossando il paraocchi emozionale un semplice turista della propria esistenza...e tu che interpreti queste acide combinazioni astruse di parole. Lo sei. 

DIEGO

CARRAPATO

Le mie parole sono come le zecche.
Fiutano attente la carne debole,
precise affondano profondi morsi dolorosi.
Stazionano nelle buie pieghe dell'inconscio,
pazienti attendono la loro gloriosa sorte.
Le ignoranti e forti mani del rifiuto come di consueto non tarderanno ad arrivare,
accecate dall'ira strapperanno con violenza quei parassiti portatori di sofferenza.
Sapienti martiri, le zecche addenteranno con ulteriore vigore la loro preda, 
il loro corpo perirà nelle sbadate mani del rifiuto
al contrario l'insidioso vorace rostro rimarrà inevitabilmente ancorato al suo obiettivo.
Inestricabile, infetterà lentamente ogni pensiero. 
Si espanderà come i cerchi nell'acqua,
rinascendo di volta in volta sempre più ampio. 
Filtrerà in ogni impercettibile crepa.
Davanti all'oscura voragine della psiche, impotente è solo colui che teme le tenebre.

DIEGO